lunedì 7 gennaio 2013

VIETNAM: ECCO COME GLI USA HANNO ABBANDONATO I LORO SOLDATI NEI CAMPI COMUNISTI


Quarant’anni sono passati, era il Gennaio 1973 ed a Parigi gli americani firmavano gli accordi per il ritiro definitivo delle loro truppe dal Vietnam, la sporca guerra. Per la cronaca la guerra finì definitivamente nel 1975 con la caduta di Saigon.

Rimasero sul campo circa 58.000 soldati americani, 2500 invece furono i Prisoners of war (POW) ed i Missing in action (MIA), di questi 519 vennero restituiti dopo pochi anni agli Usa ma dei rimanenti non si seppe più niente. Fantasmi che aleggiano nei ricordi dei familiari e nelle coscienze dei politici americani.

Furono abbandonati a loro stessi nelle mani del nemico comunista! Questa è la sporca e tragica verità…

Gli accordi di Parigi prevedevano che il governo americano versasse ad Hanoi la somma di 3,2 miliardi di Usd di allora, a titolo di risarcimento per danni di guerra ma ciò NON AVVENNE MAI, NE NIXON NE I SUCCESSIVI PRESIDENTI VOLLERO MAI PAGARE CIO’ CHE IL GOVERNO AMERICANO SI ERA IMPEGNATO A RIFONDERE.

Il governo Vietnamita bloccò immediatamente il rilascio dei POW e dei MIA negando la presenza sul loro territorio di altri prigionieri. Venduti per 30 danari…e lasciati in mano ad un nemico cinico e spietato i cui campi di “rieducazione” fanno quasi rimpiangere i lager del terzo reich.

Ma è plausibile pensare che ci siano ancora soldati americani vivi detenuti dal regime comunista? Difficile a dirsi, molti avrebbero più di 60-70 anni e le condizioni di detenzione nei campi comunisti sono le più disumane che si conoscano. Ma prove certe e concrete della loro esistenza fino a metà degli anni 90 ci sono.

-Nel novembre 1980 foto satellitari Usa ripresero una trentina di persone più alte della media locale lavorare lungo una strada di Nhommarath (Laos). Ripresero poco distante anche un nuovo campo di prigionia prima inesistente.

-Dicembre 1980, il satellite riprende nel campo di Nhommarath una scritta sul terreno che ritrae il numero 52 ed una gigantesca K, segno convenzionale che indica la presenza di un pilota abbattuto.

Venne preparata immediatamente l’operazione Poocket Change, un gruppo della Delta Force fu immediatamente spedito nelle Filippine al fine di addestrarsi riproducendo in loco la zona d’azione.

L’ammiraglio Tuttle definì schiaccianti le prove dell’esistenza in vita di POW e di MIA. L’operazione venne abortita poche ore prima dell’ora x poiché il raid venne giudicato dagli alti vertici troppo rischioso, considerando la figuraccia fatta a Theran poco tempo prima

-1988 i satelliti Usa riprendono nella campagna vietnamita una grande scritta USA K. Le foto vengo spedite alla Cia che le definisce “attendibili”. Jhon Mc Cain, facente parte della commissione prigionieri di guerra, fa insabbiare tutto defininendo le foto: “lo scherzo di un bimbo di 6 anni che ha visto troppe cartoline americane”. La scrtitta era alta più di 3 metri…!!

-1989 Un pilota di Mig russo diserta e con il suo aereo ripara in Turchia. Afferma di aver partecipato, per ben 2 volte negli anni 80, al recupero di prigionieri di guerra Usa in Vietnam, trasferendoli in luoghi segreti in Unione Sovietica. Afferma inoltre che suoi superiori gli avrebbero riferito di aver interrogato prigionieri americani catturati in Vietnam.

-Giugno 1992. Un satellite Usa fotografa un campo con il codice di 4 cifre identificativo di un pilota abbattuto. Codice non falsificabile poiché conosciuto solo dal pilota.

-Jhon Mc Cain e Jhon Kerry sono stati più volte accusati di ostacolare ed insabbiare le prove sull’esistenza dei POW e MIA poiché se fosse stata provata la loro esistenza in vita sarebbe stato uno scandalo disastroso per qualsiasi amministrazione al governo del paese.

MA LA PROVA PIU’ LAMPANTE DELLA LORO ESISTENZA IN VITA NEI PRIMI ANNI 90 CI VIENE PROPRIO DALL’ALLORA PRESIDENTE RUSSO BORIS ELSTIN.

DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 17 GIUGNO 1992

annunciata una nuova inchiesta dopo l' affermazione del leader russo che riapre la piaga dei combattenti americani dispersi


i " missing " del Vietnam prigionieri in URSS

Se Eltsin non ha straparlato, se ha capito bene la domanda della "Nbc", alcuni americani catturati in Vietnam vennero portati in URSS e imprigionati in campi di lavoro, e qualcuno potrebbe essere ancora vivo. Non solo e' la prima ammissione di questo trasferimento forzato, ma la possibilita' che ci siano dei sopravvissuti riapre la piaga dolente della sorte di migliaia di combattenti americani in Vietnam "I russi hanno lasciato aperta la possibilita' che alcuni prigionieri americani siano vivi . ha detto un diplomatico che lavora con la commissione . ma non ci hanno mai dato indicazioni sui prigionieri della guerra in Vietnam". Alcuni percio' , compreso l' ambasciatore a Mosca Robert Strauss, non hanno escluso la possibilita' di "un malinteso", che Eltsin cioe' abbia ritenuto di rispondere ad una domanda generica non comprendendo che l' intervistatore si riferiva al conflitto in Asia. Appena a tiro dei giornalisti nell' "Oval Office" della Casa Bianca, all' inizio dei colloqui, Eltsin ha di nuovo parlato della "possibilita' " che vi siano ancora prigionieri vivi.Bush lo ha ringraziato e piu' tardi ha annunciato l' invio immediato in Russia dell' ex ambasciatore a Mosca, Malcolm Toon, per avviare un' inchiesta assieme ai funzionari moscoviti. R. B. ufficialmente considerati "dispersi".
- Purtroppo, dopo la caduta del muro di Berlino e dell'ex Urss, è quasi scontato che gli eventuali superstiti americani siano stati frettolosamente eliminati onde evitare un imbarazzante implicazione dell'Urss nell'affare Vietnam e nella gestione dei prigionieri di guerra.

Figli, mariti, padri di famiglia sono stati sedotti, abbandonati e traditi dalla loro madre patria...

E NON HO ALTRO DA DIRE

Forrest Gump


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